Dritto e Rovescio, Vincenzo De Luca: “Nel Pd più perdi più vai avanti, non si valorizza il merito, ma le correnti”

Ieri sera il governatore della regione Campania, Vincenzo De Luca, ha partecipato alla trasmissione Dritto e Rovescio, su Retequattro.

Intervistato da Paolo Del Debbio, il governatore è intervenuto su diverse questioni: dal suo giudizio sul governo Meloni, fino ad arrivare alla questione sulla possibilità di candidarsi per la terza volta a governatore della regione Campania.

Ricordiamo che sull’argomento ‘terzo mandato’, Elly Schlein è stata lapidaria. Partecipando alla trasmissione di Fabio Fazio, Che tempo che fa, su Discovery, ha dichiarato: “In questo momento non è previsto dalla legge. So che Vincenzo De Luca ha scritto un libro, ricordo che è stato eletto per la prima volta nel 1993, quando io avevo 8 anni. Il titolo giusto del libro dovrebbe essere ‘grazie Pd’. Il Pd è una grande comunità non è la sua segretaria, e sarebbe giusto ringraziarlo”.

Così De Luca, facendo intendere di voler ricandidarsi, ha approfittato della trasmissione di Del Debbio elencando una serie di iniziative da portar a termine nella sua regione.

“Intendiamo completare il programma che stiamo sviluppando. Abbiamo 15 ospedali nuovi da completare, il sistema dei trasporti, il piano per l’autonomia idrica”, il quale ad un certo punto sulla possibilità di una candidatura a governatore di regione da parte di Roberto Fico, ha risposto: “Noi siamo buoni samaritani, accogliamo a braccia aperte tutti quelli che si vogliono candidare”.

Così uno come lui dunque “è scomodo, visto che il mio principio irrinunciabile è che ‘la verità viene prima delle bandiere di partito’. E chi non lo condivide vada al diavolo”. “Se vuoi governare l’Italia – ha spiegato – devi riempire i grandi vuoti programmatici che ha il Partito Democratico: la sicurezza, la giustizia, la palude burocratica, le imprese, il Sud”.

“Bisogna non essere autoreferenziali. Questi parlano una lingua morta, mi riferisco a dirigenti che nei territori di appartenenza nessuno li conosce, non sono in grado di conquistare nemmeno il voto della madre. Un partito che ha questo gruppo dirigente non va lontano, siamo sulla strada del suicidio politico”.

Parlando dei termini forti usati nel suo ultimo libro per definire buona parte dei dirigenti del Pd – “miserabili, poveri uomini, nullità politiche, cialtroni…” – “sono pienamente appropriati”, ha affermato, perché “nel Pd c’è un metodo di selezione in negativo: più perdi più vai avanti, non si valorizza il merito, ma le correnti, le consorterie, le tribù”.

Due cose buone, nel Pd, però ci sono secondo De Luca: “una rete di militanti di base e una rete di amministratori straordinari”. Perchè allora non si attinge a questo bacino? “Gran parte degli attuali dirigenti ha interesse ad avere mezze pippe al fianco perchè, come diceva Gramsci, occorre fare il deserto per emergere e distinguersi. E questo è il risultato”.

Mentre per quanto riguarda il governo Meloni, secondo De Luca “ha maturato il vizio di quelli precedenti: l’annuncite, si annunciano cose che poi scompaiono. Gli extra profitti delle banche da tassare, gli asili nido gratuiti, la flat tax, il tempo di lavoro ridotto… tutto scomparso. C’è solo una misura importante: la riduzione del cuneo fiscale, che però vale solo per un anno e dunque non produrrà benefici e i 15miliardi per tagliarlo sono altri debiti che lasciamo a quelli che verranno dopo. Ma era proprio necessario inondare l’Italia di promesse che non si potevano mantenere?”.

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