La bozza della Legge di Bilancio, in corso di elaborazione da diverso tempo, ha raggiunto una forma definitiva quest’oggi. Con ben 91 articoli che toccano i macro capitoli delle pensioni, presenta importanti cambiamenti su vari fronti, quali sanità, la Pubblica Amministrazione e la famiglia, oltre a una rigorosa revisione della spesa pubblica. Apporta una serie di modifiche rilevanti in molti settori, cercando di contrastare l’inflazione e stimolare la crescita economica del Paese.
Uno degli aspetti rilevanti riguarda il taglio del cuneo fiscale, che subirà una proroga della misura attuale fino alla fine del 2024, permettendo ai laboratori di continuare a beneficiare dei vantaggi previsto.
Nel settore delle pensioni, ci sono aggiornamenti di grande rilevanza. Sarà applicato un adeguamento all’inflazione per le pensioni fino a 4 volte il minimo (circa 2.000 euro), al 90% per quelle tra 4 e 5 volte il minimo e al 22% per quelle più alte, cioè sopra 10 volte il minimo (circa 5.000 euro al mese). Questo rappresenta una modifica rispetto alle norme in vigore, che prevedevano un taglio del 32%. L’indicizzazione delle pensioni aumenterà dall’85% al 90% per gli assegni tra 2.000 e 2.500 euro.
Importante anche lo sgravio contributivo al 100% per le mamme lavoratrici, con un massimo di 3.000 euro annui, senza limiti di reddito. Questo sconto sui contributi è legato al numero di figli, con durata variabile fino ai 18 anni del figlio più piccolo.
I prodotti per l’infanzia e gli articoli femminili vedono cambiamenti considerevoli, con l’IVA che passa dal 5% al 10%. Tuttavia, il congelamento dell’Iva per prodotti come la plastica e lo zucchero sarà prolungato fino alla fine di giugno.
Inoltre, a completare il sostegno per l’infanzia, vi è il bonus per le rette degli asili nido pubblici e privati subisce un incremento, portando il massimo beneficio a 2.100 euro, un aumento rispetto agli 1.500 euro precedenti. Questo incremento si applicherà solo ai secondi figli nati dal 1 gennaio 2024 in famiglie con almeno un minore sotto i 10 anni e un tetto ISEE di 40.000 euro.
Si prevede un aumento dell’importo minimo maturato necessario per accedere all’anticipo della pensione tre anni prima dell’età di vecchiaia per i lavoratori che hanno cominciato a versare contributi dal 1996. Questa soglia, che richiede almeno 20 anni di contributi versati, passerà da 2,8 a 3,3 volte l’assegno sociale. In pratica, nel 2023, questa cifra salirà da 1.409 euro a 1.660 euro. Inoltre, il limite di 1,5 volte l’assegno sociale per l’accesso alla pensione a 67 anni, una volta raggiunti i 20 anni di contributi, verrà rimosso. Sarà sufficiente aver raggiunto l’importo dell’assegno sociale, che nel 2023 è di 503,27 euro.
Cambiano le Regole per l’Accesso alla Pensione Anticipata. Dal 2025, potrebbero non essere più sufficienti 42 anni e 10 mesi di contributi, oltre ai tre mesi di finestra mobile, per accedere alla pensione anticipata, indipendentemente dall’età (41 e 10 mesi per le donne). Secondo la bozza della manovra, il periodo in cui non sono previsti adeguamenti alla speranza di vita verrà anticipato dalla fine del 2026 alla fine del 2024. Quindi, a partire dal 2025, anche questo canale di pensionamento sarà legato all’aspettativa di vita.
Si prevedono anche nuove risorse per la carta Dedicata a te. Nel 2024, il fondo sarà rifinanziato con 600 milioni di euro. Inoltre, il Fondo per la distribuzione delle derrate alimentari alle persone indigenti verrà incrementato di 15 milioni di euro, riconoscendo le condizioni di disagio sociale ed economico che persistono.
Il canone Rai subirà una significativa riduzione nel 2024, scendendo a 70 euro. Una riduzione che mira a migliorare la qualità del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale in tutto il territorio nazionale. Oltre a ciò, nell’ambito delle iniziative stabilite dal Contratto di servizio nazionale tra la RAI-Radiotelevisione italiana S.p.A. e il Ministero delle imprese e del Made in Italy, sono previsti notevoli investimenti, con un contributo di 430 milioni di euro riconosciuto alla società per l’anno 2024.
La sanità è un argomento particolarmente discusso negli ultimi tempi, e la bozza prevede un incremento del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale. Nel 2024, questo livello di finanziamento sarà aumentato di 3 miliardi di euro, seguito da un incremento di 4 miliardi nel 2025 e ulteriori 4,2 miliardi a partire dal 2026. Va notato che in questa cifra è compreso anche un contributo di 300 milioni di euro destinato alla Sicilia per il 2023, a titolo di “concorso all’onere derivante dall’innalzamento della quota di compartecipazione regionale alla spesa sanitaria”.
In tal senso è stato previsto anche un aumento delle tariffe orarie fino a 60 euro lordi per gli infermieri e il personale del comparto sanitario, e fino a 100 euro per i medici del Servizio sanitario nazionale per le prestazioni aggiuntive destinate a far fronte alla carenza di personale sanitario, ridurre le liste d’attesa e il ricorso alle esternalizzazioni. Questa misura sarà autorizzata fino al 31 dicembre 2026 e si estenderà a tutte le prestazioni aggiuntive svolte dal personale medico. È inoltre prevista una spesa di 200 milioni di euro per il personale medico e di 80 milioni di euro per il personale sanitario del comparto per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026. Uno sforzo finanziario che mira a rafforzare il settore e garantire una migliore assistenza.