Tema migranti, Mattarella: “Le regole di Dublino sono preistoria”. Giorgia Meloni tuona dal palco dell’ONU

Si è svolta in un clima denso di collaborazione e reciproco sostegno, la visita al centro di accoglienza di Piazza Armerina ad Enna, in provincia di Siracusa, a cui hanno partecipato il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ed il suo omologo tedesco, Frank Walter Steinmeier.

Il vertice istituzionale della Repubblica federale di Germania si è detto molto colpito dalla bellezza dei luoghi e dal clima di accoglienza che ha trovato nell’Associazione Don Bosco 2000.

Da ambo i lati è emersa la consapevolezza di dover arginare un fenomeno che sta assumendo sempre di più i caratteri di un esodo di massa versa l’Europa, una sfida che richiede inevitabilmente il coinvolgimento di tutti gli attori in campo, chiamati ad un’assunzione di responsabilità che riesca a far fronte ad un problema di proporzioni oramai fuori dalla portata d’intervento dei singoli paesi.

Nella conferenza stampa che ha chiuso l’incontro tra i due Capi di Stato, il vertice del Quirinale ha esaltato le storie di vita vissuta fondate sulla sofferenza e sull’impegno di quegli operatori del settore che ogni giorno combattono, per garantire ai migranti la possibilità di integrarsi. Inoltre, Mattarella mette in risalto la necessità di redigere “programmi nei Paesi d’origine” in modo tale che queste persone “possano assumere iniziative grazie alle competenze acquisite, creando nuove aspettative di vita in quei luoghi dove resterebbero volentieri se non fossero spinti dalla fame della miseria e dalle intolleranze”.

L’inquilino del Colle esorta un intervento strutturale da parte delle istituzioni europee, evidenziando l’inconsistenza di misure che egli stesso definisce quali “tampone”, non in grado di far fronte in maniera determinata ad un fenomeno di portata epocale.

Il Presidente della Repubblica plaude ai passi avanti fatti dal Consiglio europeo ed esprime una valutazione positiva circa i 10 punti che la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Lyen, aveva tracciato nei giorni precedenti e proprio in seguito alla visita di Lampedusa insieme alla Premier Giorgia Meloni.

Infine, il Capo dello Stato del Bel Paese chiude il suo intervento esprimendo il suo più pieno disprezzo nei confronti della tratta dei migranti portata avanti da quelli che egli definisce “crudeli trafficanti di esseri umani”, incitando ancora una volta l’Europa a non voltare le spalle ignorando l’entità del problema, non lesinando dal lanciare una stoccata ai partner, definendo le regole di Dublino alla stregua della “preistoria”.

Dal canto suo, invece, il Presidente della Repubblica Federale tedesca ha messo in evidenza il fatto che “l’Italia e la Germania sono tra i Paesi più colpiti” e ha poi sottolineato la solidarietà della sua nazione, in quanto sarebbe quella che ha maggiormente partecipato alla redistribuzione dei migranti giunti nella penisola come primo approdo. Inoltre, Steinmeier ha aggiunto che “se le frontiere interne dovranno continuare ad essere aperte, gli arrivi dovranno essere ridotti”, invocando a tal proposito l’intervento di regole europee che possano arginare il fenomeno portandolo a livelli più gestibili.

Questa netta omogeneità di vedute che ad Enna si traduce in una vera e propria intesa tra Italia e Germania sul tema dei migranti, viene proprio a cadere in corrispondenza del discorso di denuncia che il Presidente del Consiglio italiano non ha mancato di tuonare dal banco solenne dell’Assemblea generale dell’ONU.

Nella sua prima apparizione al Palazzo di Vetro, il vertice di Palazzo Chigi ha invitato le Nazioni Unite a collaborare per una decisa inversione di rotta sul tema dei migranti, richiamando in causa un ritorno allo spirito di origine che sta alla base della redazione della Carta dell’ONU.

Giorgia Meloni, sulla stessa falsariga del ragionamento portato quest’oggi ad Enna dal Capo dello Stato, insiste sulla lotta ai trafficanti di vite umane che negli anni hanno fatto ingenti profitti su questa atroce e crudele pratica, che ha reso il Mediterraneo il più grande cimitero a cielo aperto mai visto nella storia.

La leader di Fratelli d’Italia ha infatti invocato un generico “diritto a non dover emigrare” che dovrà essere garantito proprio tranciando alle fondamenta le cause del fenomeno migratorio. Infine, la Premier italiana conclude il suo discorso rivendicando come esempio il “Piano Mattei”, a cui riconosce il merito di aver cambiato l’approccio nel rapporto con i Paesi africani, passando da una logica di tipo “predatorio” ad un paradigma che si fonda su di un “dialogo alla pari”.

Nel frattempo, a dare manforte ad una visione di sistema sul tema migranti, il provvedimento con cui la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ha di fatto bocciato i respingimenti dei migranti ad opera delle autorità francesi ai confini con l’Italia. Il ricorso era stato presentato da alcune associazioni e i giudici di Lussemburgo hanno accolto l’istanza, stabilendo che la direttiva sui rimpatri debba sempre essere applicata, anche nel frangente in cui i controlli siano effettuati sui confini interni.

Secondo il ragionamento offerto dalla CEDU, “il migrante irregolare deve quindi beneficiare di un certo termine per lasciare volontariamente il territorio. L’allontanamento forzato avviene solo in ultima istanza”.

Inoltre, nel caso specifico, un provvedimento di respingimento può essere si adottato, e sulla base giuridica del codice frontiere Schengen, ma che, ai fini dell’allontanamento dell’interessato, devono comunque essere rispettate le norme e le procedure comuni previste dalla “direttiva rimpatri”, il che può condurre a privare di una larga parte della sua utilità l’adozione di un siffatto provvedimento di respingimento.

La soluzione del problema relativo alle ondate migratorie che attanaglia soprattutto l’Italia per la sua posizione geografica, non sembra ancora essere giunto ad un punto di svolta.

Tuttavia, arrivano segnali importanti, anche perché oramai questo nodo cruciale sta coinvolgendo molte parti in causa, mettendo a rischio la stessa unità politica del Vecchio continente e la credibilità delle istituzioni in cui si concentra la sovranità della comunità internazionale.

L’auspicio è che possa essere dato un serio contributo alle popolazioni soggette a questa insopportabile tratta, che ha assunto sempre di più i caratteri di un crimine contro l’umanità, chiamando in causa la responsabilità di tutti, e mettendo peli sulla coscienza di interi Stati sovrani e concerti internazionali, nessuno escluso.

 

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