Cina: “Mossa egoista e irresponsabile”. Aiea rassicura: valori di trizio radioattivo sotto i limiti
Il Giappone ha iniziato a sversare nell’Oceano Pacifico le acque radioattive trattate contenute nelle cisterne della centrale nucleare di Fukushima. L’operazione, preannunciata dal governo di Tokyo ad inizio settimana, è cominciata alle 13 ora locale (le 6:00 in Italia). Il tempo stimato per il rilascio delle 1,34 milioni di tonnellate di liquidi contaminati è di oltre 30 anni. Il primo scarico, di circa 7.800 metri cubi, dovrebbe durare intorno ai 17 giorni.
La decisione del gestore della centrale, la Tepco (Tokyo Electric Power), arriva in seguito alla previsione che gli oltre 1.000 serbatoi distribuiti presso il sito dell’impianto nucleare raggiungeranno la loro capacità massima entro il 2024.
Nella giornata di oggi la Tepco intende monitorare le sostanze radioattive scaricate nelle acque vicine al sito e i dati ricavati saranno diffusi domani.
Il materiale radioattivo in questione risale al triplice disastro che colpì Fukushima Daiichi l’11 marzo 2011: il terremoto sottomarino di magnitudo 9.1, il conseguente tsunami e la distruzione degli impianti di raffreddamento della centrale di Fukushima, che causò la fusione di tre reattori. Per evitare potenziali esplosioni, i tecnici della Tepco pomparono l’acqua di mare sui nuclei fusi, operazione che è svolta ancora oggi poiché i nuclei dei reattori sono tuttora fusi.
L’Agenzia nazionale per l’energia atomica (Aiea) assicura che la concentrazione del trizio (isotopo radioattivo dell’idrogeno) nell’acqua rilasciata dal Giappone sia “ben al di sotto” dei limiti di pericolosità. “Gli esperti dell’Aiea hanno raccolto campioni questa settimana delle acque preparate per la prima fuoriuscita” ha affermato in una nota l’organismo delle Nazioni Unite.
Nonostante ciò, il dissenso nei confronti del Giappone da parte dei Paesi vicini non ha tardato ad arrivare. “Il Giappone deve fermare immediatamente il pericoloso scarico di acqua radioattiva che minaccia gravemente la sicurezza e il futuro dell’umanità” ha scritto il ministero degli Esteri nordcoreano in un comunicato pubblicato dall’agenzia ufficiale nordcoreana Kcna.
La Cina ha bloccato l’importazione di prodotti alimentari da 10 prefetture in Giappone e ha introdotto test di radiazioni su larga scala per i prodotti ittici nipponici.
“Il governo nipponico ha avviato unilateralmente lo scarico di acqua contaminata: la Cina vi si oppone e lo condanna con forza” si legge in una nota del ministero degli Esteri. “Il governo di Tokyo” – accusa Pechino – “non è riuscito a dimostrare che gli scarichi oceanici siano sicuri e innocui per l’ambiente marino e la salute delle persone, e che il piano di monitoraggio sia valido ed efficace”. Il Giappone, infine, è definito “un sabotatore del sistema ecologico e un inquinatore dell’ambiente marino globale”.
La Corea del Sud ha invitato il governo giapponese a divulgare le informazioni in modo trasparente e responsabile. “Anche se lo scenario ideale sarebbe stato quello di evitare del tutto lo scarico di acqua contaminata” – ha spiegato il ministro degli esteri sudcoreano Han Duck-soo – “gli esperti di tutto il mondo condividono l’opinione che un’eccessiva preoccupazione pubblica non sia necessaria”.