A Fenix, la festa organizzata da Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia, è intervenuto, tra gli altri ospiti, anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara durante il panel intitolato “Finalmente il merito, al quale ha partecipato anche il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. L’accento è stato fortemente posto sul ritorno alla fondamentale cultura del rispetto verso i beni pubblici e verso gli insegnanti: “Il 2021 ha registrato danni per 500mila euro dovuti alle occupazioni solo a Roma. La situazione sottolinea la necessità di ristabilire una cultura di rispetto e rispetto per i beni pubblici, che include beni vitali come i computer delle scuole”.
Valditara si è soffermato sugli effetti dei moti studenteschi del ’68 sull’istruzione italiana. “Dal 1975 – spiega – si è bloccato l’ascensore sociale. La scuola non è più in grado di promuovere socialmente chi parte da posizioni svantaggiate”. Secondo il ministro, il dato allarmante dato da Bankitalia è il risultato di una concezione della scuola, derivante dalle reazioni sessantottine, nella quale il merito avrebbe perso il suo ruolo di promotore sociale. La stagnazione, tuttavia, potrebbe essere superata secondo Valditara proprio attraverso la cultura del rispetto e del merito: “Bisogna ridare autorevolezza ai docenti e dobbiamo promuovere la persona di ogni studente”. Una nuova scuola, insomma, che possa valorizzare i talenti del singolo ragazzo, nell’espressione completa della personalità dello studente: l’obiettivo è “dare l’opportunità ad ogni ragazzo di farcela nella vita”.
Tanti gli argomenti trattati dal ministro, come l’impegno alla lotta al bullismo, ma per concludere Valditara ha condiviso un’esperienza risalente agli inizi del suo mandato del ministro, quando, in occasione dell’anniversario della caduta del Muro di Berlino, ha rivolto alle scuole una lettera “per invitare a ragionare – spiega – su quello che è stato il comunismo”. Valditara racconta di essere rimasto sorpreso che anche “sinceri democratici” non abbiano apprezzato la cosa, accusandolo di voler forzatamente dare una lettura negativa del comunismo. La costruzione di una società matura, infatti, passa secondo Valditara solo attraverso il riconoscimento e il ripudio di ogni forma di totalitarismo. “Se vogliamo essere veramente democratici – ha concluso – dobbiamo anche capire la storia del Novecento condannando il fascismo ma condannando anche il comunismo e quello che ha rappresentato per l’Europa e per il mondo”.