Era il 22 febbraio 2020 quando, per la prima volta, il governatore De Luca fece accenno pubblicamente al virus mettendo tutti in allerta.
A 12 mesi dalla scoperta del paziente 1 a Codogno, si torna a parlare dei primissimi giorni dell’emergenza sanitaria, l’atto di inizio dell’incubo coronavirus. A Salerno ‘l’era Covid’ comincia ufficiosamente il 22 febbraio 2020 con un invito da parte del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, a sospendere l’organizzazione delle gite scolastiche per motivi precauzionali. Un invito che solo due giorni dopo diventerà un’ordinanza regionale. Di fatto, l’atto di inizio della lotta al coronavirus in Campania.
Un’emergenza sanitaria ancora in atto che il giornalista salernitano Paolo Romano racconta nel libro ‘La Storia del Coronavirus a Salerno’ targato Typimedia Editore. Dai primi focolai alla fase più acuta, dal calo dei contagi alla fine del lockdown, in una cronaca in presa diretta che dal baricentro di Salerno si allarga all’intera regione per raccontare tutti gli aspetti che hanno letteralmente rivoluzionato la vita durante l’emergenza Covid-19.
“È trascorso solo un anno – afferma Paolo Romano, autore per Typimedia Editore anche de ‘La Storia di Salerno’ – ma non sembra affatto ieri, per la prima volta sembra sia passato un tempo lungo, oltre il suo valore cronologico, i primi 100 giorni valgono come fossero 10 anni per i mutamenti prodotti in maniera repentina in ogni aspetto del vivere sociale. Dalla scuola, allo sport, dalla politica alla sanità, dalla cultura alla vita in famiglia: ogni aspetto è contemplato nel progetto narrativo del libro. La cronologia in calce al volume è di grande aiuto per accompagnare il lettore a ricostruire l’intera vicenda”.
“L’emergenza legata al Coronavirus ci ha raccontato dell’Italia molte cose che non sapevamo. Ha smascherato luoghi comuni e ribaltato pregiudizi. Ha rivelato errori e sottovalutazioni, valorizzato al tempo stesso risorse finora trascurate – spiega Luigi Carletti, presidente di Typimedia – . Questo libro è un’occasione per fermare la memoria, un contributo a conservare traccia, e quindi conoscenza, di un evento che certamente segnerà l’immaginario collettivo per anni”.