Affinchè viaggiare aiuti ad affrontare i disagi emotivi e della quotidianeità, Openmag svela qualche trucco prima di scegliere la prossima destinazione.
Viaggioterapia: a seconda dei casi, un viaggo puo’ essere considerato una cura, un’esperienza spirituale, una sfida con se stessi, un modo per staccare la spina, od una semplice opportunità di svago.
Importante gestire le aspettative: le mete che sogniamo spesso rievocano nella nostra mente colori piu’ intense, emozioni vivide; importante è rendersi conto che anche la piu’ bella spiaggia tropicale puo’ essere cosparsa di rifiuti, o nel piu’ bello dei templi, qualcuno potrebbe avvicinarsi per derubarvi.
Sempre meglio disfarsi di fantasie e pregiudizi appena giunti a destinazione,e di aprirsi a ciò che il viaggio ha, in realtà, da dispensarci.
Sempre meglio, per la viaggioterapia, di evitare anche i programmi troppo rigidi: non è necessario giungere a latitudini polari o regioni equatoriali per dare un netto taglio alla quotidianeità.


Viaggiare,deve infatti, creare una relazione differente con la dimensione del tempo; da tenere bene in conto a chi scandisce le giornata di vacanza con la solita routine lavorativa.


Come far risultare piu’ profonda la relazione coi luoghi? Non dimenticate di scrivere sul vostro taccuino di viaggio, scattare foto, consulltare piantine,e perchè no, anche disegnare.
Viaggioterapia sociale: viaggiare in compagnia
Poichè pochissime esperienze esistono come la condivisione dei luoghi per rafforzare legami o distruggerli, è inevitabile che la presenza fisica di altri viaggiatori intorno, possa modificarne l’azione, riducendone o potenziandone gli effetti.


Del resto un viaggio che si rispetti spalanca le porte dell’ignoto, magari anche in senso geografico, ma soprattutto relazionale.
Importante con chi andare: non è importante una assidua frequentazione in casa, quanto piuttosto il sopperire insieme ad eventuali disagi, contrattempi, ritardi, ed anche sugli stessi ritmi del viaggio.
Sempre buona norma, nei limiti del possibile, una buona dose di sopportazione verso il partner.
Impossibile comunque non citare un viaggio in solitaria, che rimane sempre il “viaggio” per antonomasia, anche se può talvolta essere faticoso, costoso (anche economicamente ) e complicato.
Effetti collaterali del viaggio
Il più terribile dei vari effetti collaterali che un viaggio può produrre al suo termine e’ una sorta di svalutazione della vita quotidiana.
Sono da considerasi del tutto normali una ipersensibilità e disorientamento emotivo.
Una occupazione lavorativa stabile ed un nomadico lifestyle possono essere incompatibili talvolta con il viaggiare: possono essere i primi segni di un prosciugamento del conto in banca, o dover rendere conto a sottrarre del tempo ad una carriera personale in via di sviluppo.
Posologia nella viaggioterapia:
Non ci sono in questo contesto pericoli di sovradosaggio, ed è disponibile in diverse forme: volontariato, villaggio vacanze, itinerari culturali, pellegrinaggi, esplorazioni selvagge o viaggio-avventura.
Anche un dosagio minimo, in “pillole di viaggio”, può garantire un buon effetto, che sia una gita giornaliera per una mostra o manifestazione, una romantica fuga notturna di solo poche ore, od un semplice weekend, magari di compleanno, con gli amici.
I viaggi, inoltre, hanno il vantaggio di non avere scadenza, e non c’è un limite d’età: i propri sogni infatti, non avendo limiti temporali, non hanno limiti in generale; e se essi quindi non ci sono, vuo, dire che la meta agognata da tempo aspetta ancora di essere raggiunta e scoperta.