Procura di Trani | Misura restrittiva per ex socio di Tiziano Renzi. Donzelli (Fdi): vicenda inquietante

“L’accusa di aver corrotto dei magistrati nei confronti di Luigi D’Agostino è inquietante, alla luce dei rapporti con Tiziano Renzi, di cui è stato socio e insieme al quale si è occupato dell’operazione per la realizzazione di outlet, anche in Puglia. Un gruppo di affari nella quale è stato coinvolto anche l’ultimo presidente di Banca Etruria Lorenzo Rosi. Oggi le istituzioni che hanno dato credito a questi personaggi, anche a Firenze con la compravendita dell’ex teatro comunale della città, si dovrebbero cospargere il capo di cenere”.

E’ quanto affermato dal deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, a commento dell’indagine della Procura di Trani che ha portato agli arresti dei Magistrati Antonio Savasta e Michele Nardi, accusati di aver intascato tangenti volte ad alleggerire le indagini su alcuni imprenditori, tra cui D’Agostino.

Le accuse mosse dai PM a Savasta e Trani sono di associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari e falso per fatti commessi quando entrambi erano in servizio a Trani ( tra il 2014 ed il 2018).

Attualmente i due erano distaccati a Roma, l’uno a fare il giudice del Tribunale della Capitale, l’altro in qualità di PM.

“In questo senso è emblematico che all’imprenditore di Barletta sia stato notificato un provvedimento di interdizione dell’attività imprenditoriale – continua Donzelli – D’Agostino era già stato arrestato a giugno scorso a Firenze per false fatturazioni, capo d’accusa che lo vede a processo proprio insieme a Tiziano Renzi. Sarà la Magistratura a giudicare, ma il fatto che oltre tre anni fa avessimo denunciato alcune manovre oscure ci fa domandare: perché chi di dovere non è intervenuto subito?”.

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