L’onda lunga degli ultimi accadimenti francesi arriva anche in Italia, a Firenze, a Napoli e in altri capoluoghi. Dopo la rivolta d’Oltralpe contro Macron, gli imprenditori e gli autisti del noleggio con conducente italiani hanno deciso di seguirne l’esempio. A Napoli sono scesi in piazza con i gilet gialli indossati dai francesi e diventati simbolo di protesta. Hanno deciso di protestare e di chiedere al Governo italiano di non attuare le modifiche alla legge 21/92 che secondo loro “provocherebbe danni notevoli per 80.000 imprese e circa 200.000 addetti al comparto provocando l’impossibilità di lavorare”.
A Napoli, come in altri capoluoghi, i conducenti hanno occupato parte della carreggiata di piazza del Plebiscito nei pressi del palazzo della Prefettura. Nel frattempo una delegazione, composta da sigle sindacali, chiedeva al ministero dei Trasporti di essere ricevuta a Roma. “Bisogna scongiurare l’entrata in vigore della legge 29/01 in base alla quale – ha spiegato un manifestante – si impone ai titolari di mezzi a nolo con conducente di rientrare nella propria autorimessa di partenza ad ogni fine corsa”. In piazza i manifestanti hanno esposto cartelli a lutto ed un coperchio di bara. “Con questa legge – si lamenta un autista indicandola – è lì che finiremo. Noi e le nostre famiglie”.
A Firenze invece sono scesi in piazza gli imprenditori del settore aderenti a Cna Fita, Anitrav e Azione Ncc dando vita ad un presidio e ad una protesta davanti alla Prefettura fiorentina, dove il prefetto Laura Lega ha incontrato una delegazione dei protestanti che hanno consegnato le richieste delle imprese favorevoli ad una proroga. Una delle norme oggetto del presidio, sostiene Cna, porterebbe le vetture in disponibilità alle imprese Ncc a raddoppiare, “costringendole al rientro nella rimessa al termine di ogni singolo servizio”, i chilometri percorsi a vuoto.
Tra gli altri punti di discordia sulle modifiche: la compilazione di ordini di servizio vidimati (secondo gli Ncc appesantirebbero la burocrazia); l’obbligo da parte delle imprese di aprire nuove aziende per poter mantenere le autorizzazioni rilasciate da Comuni diversi; la possibilità di limitazioni di accesso nelle città a discrezione dei singoli municipi.